martedì 26 aprile 2016

ITALIA LOVES SICUREZZA 2016


Dopo l’affermazione dell’edizione 2015, che ha visto l’organizzazione di eventi dedicati a Torino, Milano, Piacenza, la Fondazione LHS rinnova il suo impegno per la Giornata Mondiale per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro con un format di appuntamenti inedito e innovativo. In concomitanza con la Giornata del prossimo 28 aprile 2016 e con l’edizione 2016 di Italia Loves Sicurezza, infatti, la Fondazione organizza il primo roadshow sulla sicurezza in simultanea in tutta Italia.

Italia loves Sicurezza 2016 sarà presente in oltre 35 città italiane con un calendario che prevede più di 50 eventi tra i quali laboratori didattici per bambini, spettacoli teatrali, workshops, mass trainings di rianimazione pediatrica e di massaggio da ufficio per promuovere il benessere sui luoghi di lavoro.
Una copertura territoriale molto ampia, resa possibile grazie alla sinergia di oltre 80 ambasciatori della sicurezza che, raccogliendo la sfida lanciata a ottobre da Fondazione LHS, hanno organizzato un evento nella propria città, con l’obiettivo di parlare di sicurezza in modo nuovo.

Al progetto hanno aderito professionisti ed aziende pubbliche e private, università e associazioni: un grande movimento di persone impegnate nell’obiettivo comune di diffondere una maggiore consapevolezza dei fattori che minacciano salute e sicurezza, non solo sui luoghi di lavoro ma anche in casa, per strada, a scuola per promuovere l’adozione di comportamenti più sicuri, in grado di ridurre le circa 1.000 morti all’anno dovute a incidenti sul lavoro riconducibili, principalmente, a comportamenti errati.

Un’attenzione particolare, nell’edizione 2016, è stata dedicata alle scuole, con proposte mirate per bambini, ragazzi e genitori nella convinzione che la diffusione di una nuova cultura della sicurezza debba partire dalle giovani generazioni.

Nell’ambito dell’iniziativa, i Dirigenti scolastici e gli insegnanti potranno assistere a Milano allo spettacolo teatrale “Il virus che ti salva la vita”, promosso dalla compagnia Rossolevante, che sarà offerto gratuitamente agli studenti delle scuole secondarie in autunno. Lo spettacolo, tratto da “Il libro che ti salva la vita” di Sabatino De Sanctis e Davide Scotti, è in scena anche il 26 aprile alle 21 presso la sala Fassbinder del teatro Elfo Puccini in corso Buenos Aires 33 a Milano.





martedì 19 aprile 2016

Exposanità 2016 migliorare la sicurezza nella sanità e nelle emergenze



Sono ormai diversi i dati che mostrano come in questi anni stia sensibilmente aumentando in Italia l’invecchiamento medio della popolazione. Ormai la categoria “senior” ha raggiunto circa il 20% del totale con un conseguente continuo incremento della spesa sanitaria e della necessità di strutture sanitarie idonee e sicure e di buone prassi e formazione in materia di primo soccorso e emergenza.

La sicurezza nelle strutture sanitarie e nella gestione delle emergenze riguarda non solo un considerevole numero di operatori, ma anche un altrettanto considerevole numero di ospiti e pazienti, ad esempio di strutture ospedaliere e di residenze socio-sanitarie.
Per la sicurezza di questi luoghi e durante le emergenze è necessario verificare di conoscere e attuare adeguatamente tutte le buone prassi necessarie.

Ad esempio laddove sia presente un cantiere ospedaliero sono stati valutati attentamente tutti rischi interferenziali? Si è in grado di valutare e gestire correttamente le emergenze tenendo conto della sicurezza degli operatori che intervengono? Le residenze socio – assistenziali sono in grado di far fronte alle emergenze per la sicurezza dei lavoratori e degli ospiti?

Per rispondere a queste domande è stata organizzata dal 18 al 20 maggio 2016 al quartiere fieristico di Bologna Exposanità, la 20° mostra internazionale al servizio della sanità e dell’assistenza. A proposito dei rischi interferenziali, ricordiamo quanto sia importante in tutti i cantieri, specialmente laddove intervengano nelle attività lavorative una pluralità di soggetti, un’attenta analisi dei rischi correlati alle interferenze derivanti dalla sovrapposizione di attività lavorative diverse.

Può essere necessaria in questi casi una valutazione che è raccolta, con diverse eccezioni riportate nel Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (D.Lgs. 81/2008), nel DUVRI, il documento unico di valutazione dei rischi interferenti. Si ricorda in particolare che nei settori di attività a basso rischio, che devono essere ancora individuati da apposito decreto ministeriale, la prevenzione dei rischi da interferenze può essere realizzata con l’individuazione di un incaricato, in possesso di adeguati requisiti, che sovrintenda alle attività di cooperazione e di coordinamento tra committente, appaltatori e subappaltatori.  

Riguardo invece alle residenze socio sanitarie non bisogna dimenticare che la gestione delle emergenze e dell’eventuale evacuazione in queste strutture deve essere garantita in ogni momento e in tutti i giorni dell’anno, ad esempio anche nelle ore notturne e nei giorni festivi.

Fonte:  AiFOS

martedì 12 aprile 2016

Manutenzione dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie



Per una tutela efficace della salute dei lavoratori non basta aver valutato i rischi, aver adottato le misure generali di tutela (misure tecniche di prevenzione, mezzi di protezione collettiva, misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro) e aver fornito eventuali dispositivi di protezione individuale per prevenire i rischi “residui”, è anche necessario aver verificato che questi dispositivi siano in buono stato, siano soggetti a regolare manutenzione e controllo e siano usati idoneamente.

E questo vale ancor più per  dispositivi di protezione individuale delle vie respiratorie di terza categoria, in quanto DPI di progettazione complessa destinati a salvaguardare da rischi di morte o di lesioni gravi e di carattere permanente (ad esempio gli apparecchi di protezione respiratoria filtranti e gli apparecchi di protezione isolanti).

Ad esempio si ricorda che deve essere tenuto un registro degli dispositivi di protezione delle vie respiratorie (APVR) e di essi devono essere effettuati in modo corretto l’immagazzinamento e la manutenzione. Questi compiti vanno affidati a uno o più responsabili tenendo conto del tipo e del numero degli APVR”. E si deve predisporre un “programma di manutenzione degli apparecchi in funzione del tipo, dell’ambiente di lavoro, delle condizioni lavorative e dei rischi presenti”. E anche delle informazioni fornite dai fabbricanti di APVR nelle istruzioni.

Un programma di manutenzione che comprenda:
  •  l’ispezione per l’accertamento di eventuali difetti: gli APVR “devono essere ispezionati dopo ogni impiego.  Un apparecchio non usato con regolarità, ma tenuto a disposizione per l’emergenza, deve essere ispezionato non solo dopo ogni utilizzo ma anche ad intervalli di tempo regolari, in modo da essere certi che sia sempre in soddisfacenti condizioni di funzionamento. Gli autorespiratori devono essere ispezionati ad intervalli di tempo regolari. Le bombole di aria e di ossigeno devono essere completamente cariche secondo le istruzioni del fabbricante. Deve essere controllato il funzionamento del regolatore e del dispositivo d’allarme. L’ispezione degli APVR deve comprendere il controllo della tenuta dei raccordi e le condizioni del facciale, delle bardature, delle valvole e dei tubi di collegamento. Si devono inoltre ispezionare le parti in gomma o elastometriche per accertarsi di eventuali segni di deterioramento. I filtri devono essere controllati per verificare che non siano deformati e che non venga superata la scadenza di immagazzinamento”;
  •  la pulizia e la disinfezione: “gli APVR impiegati con regolarità devono essere raccolti, puliti e disinfettati con la frequenza necessaria ad assicurare che venga fornita all’utilizzatore una protezione appropriata”. Essi, con esclusione dei tipi monouso, “devono essere puliti dopo ogni impiego, seguendo le istruzioni del fabbricante, il più presto possibile poiché, per esempio, l’umidità lasciata seccare sulle valvole può interferire con il loro corretto funzionamento”;
  • la manutenzione generale: “la sostituzione o le riparazioni di elementi difettosi devono essere effettuate da persone esperte utilizzando parti di ricambio originali. Non si deve fare alcun tentativo, non previsto dal fabbricante, di sostituzione di elementi, di regolazione o di riparazione. Le valvole e i regolatori devono essere affidati al fabbricante o a persona competente per la regolazione o la riparazione, in accordo con le istruzioni del fabbricante”;
  • la documentazione delle attività e il mantenimento della documentazione: “in relazione al tipo e all’ uso degli APVR, si deve mantenere la documentazione riguardante la loro manutenzione e le prove per la rimessa in funzione. Negli stabilimenti dove si utilizza un numero elevato di APVR, deve essere nominato un responsabile con l’incarico di organizzare e migliorare il programma di protezione respiratoria”;
  • l’immagazzinamento: “gli APVR pronti per l’impiego, così come le relative parti di ricambio, devono essere immagazzinati in maniera ordinata. Gli APVR che non sono pronti per l’uso devono essere identificabili come tali, o tenuti separatamente, in modo da evitare di confonderli con quelli pronti per l’uso. Dopo essere stati ispezionati e dopo la pulizia e le riparazioni necessarie, gli APVR devono essere immagazzinati in opportuni contenitori o scatole in modo da proteggerli dalla polvere, dall’olio, dai raggi solari, dal calore e dal freddo eccessivi, dalla troppo umidità e da sostanze chimiche che possano danneggiarli. L’immagazzinamento deve essere effettuato in modo da non provocare deformazioni agli APVR”.

Veniamo alla manutenzione degli APVR che comprende:

  • pulizia;
  • disinfezione;
  • preparazione per un reimpiego;
  • prove del corretto funzionamento a intervalli stabiliti;
  • verifica a intervalli stabiliti.

In particolare occorre soffermarsi nel dettaglio su: :
  •  riempimento delle bombole di aria compressa;
  • riempimento delle bombole di ossigeno;
  • controlli da parte del responsabile degli APVR;
  • controlli specialistici.
Al di là dei suggerimenti specifici sulla manutenzione si riportano anche alcune “raccomandazioni supplementari per l’uso delle bombole”. Si indica, ad esempio, che le bombole di aria compressa “devono essere trasportate e immagazzinate evitando urti. Per ridurre al minimo la possibilità che il contenuto di umidità superi i valori consentiti, si devono tenere presenti i punti che seguono:
a) non vuotare completamente le bombole utilizzate con respiratori isolanti ad aria compressa;
b) chiudere immediatamente i rubinetti delle bombole dopo l’uso di respiratori isolanti;
c) installare un’appropriata copertura di protezione sui rubinetti delle bombole subito dopo averle riempite o dopo averle distaccate dai respiratori isolanti, al fine di proteggere le filettature da sporcizia e danneggiamenti”.

martedì 5 aprile 2016

Pericoli da ambienti confinati



Qualunque attività comporta rischi propri legati alla natura delle operazioni da svolgere e delle sostanze impiegate. In alcuni casi, però, le stesse attività svolte in condizioni ambientali diverse comportano rischi fondamentalmente diversi. Così anche le attività degli impiantisti, che possono trovarsi ad operare in ambienti difficili, sia per dimensioni e collocazione (ambienti ristretti, difficili da raggiungere, entrata/uscita difficoltose) sia per la possibile presenza di atmosfere pericolose (presenza di gas nocivi, carenza di ossigeno).

A semplice titolo esemplificativo, fanno parte degli ambienti confinati o sospetti di inquinamento: vasche, silos, camini, pozzi, cunicoli, canalizzazioni, fogne, serbatoi, condutture, stive, intercapedini, cisterne, autobotti, camere di combustioni, reattori dell’industria chimica.
Diverse sono le tipologie di rischio che possono presentarsi in un ambiente confinato:
- Per mancanza di ossigeno (Asfissia) o per eccesso di ossigeno
- Per inalazione o per contatto con sostanze pericolose - gas, vapori, fumi - (Intossicazione)
- Per presenza di gas/vapori infiammabili (Esplosione o incendio)
- Per contatto con parti a temperatura troppo alta o troppo bassa (Ustioni)

Rischi diversi, causati da caduta dall’alto, urti, contatti con parti taglienti, schiacciamenti, scivolamenti, seppellimenti, annegamenti, esposizione ad agenti biologici, contatti con tensione elettrica, intrappolamento, stati emotivi legati ad ambienti chiusi e stretti, ecc.

In tali ambienti di lavoro, anche un semplice malore un infortunio di lieve entità può avere complicazioni aggiuntive proprio per la difficoltà a prestare l’adeguato soccorso all’infortunato.
Chi è chiamato ad operare in tali ambienti dovrà pertanto possedere maggiori capacità professionali in quanto sarà esposto sia ai rischi specifici connaturati alla mansione sia a quelli aggiuntivi derivanti dall’operare in un ambiente confinato.

E’ proprio quanto richiede il D.P.R. 177/11, norma di recente emanazione, sulla qualificazione delle imprese e lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinati.

UNO SPAZIO CONFINATO
- È un ambiente con aperture di ingresso uscita limitate
- Non è un ambiente di lavoro usuale
- Potrebbe contenere un’atmosfera pericolosa
- Ha una sfavorevole ventilazione naturale
- Potrebbe contenere sostanze inquinanti
- Presenta rischi di sprofondamento/seppellimento
- Presenta una configurazione interna che potrebbe causare l’intrappolamento del lavoratore
- Potrebbe comportare, per l’attività svolta, grave rischio per la salute.

Prima di consentire l’accesso di lavoratori in un ambiente confinato “è necessario valutarne i rischi al fine di determinare le misure di prevenzione e protezione che garantiscano la salute e la sicurezza dei lavoratori”.

Fonte: SIRS