giovedì 31 luglio 2014

Nuove linee guida per le scale portatili nei cantieri

Sono state aggiornate le linee guida per l’utilizzo di scale portatili nei cantieri temporanei e mobili con l’approvazione del Decreto n. 1819 del 5 marzo 2014. Le indicazioni in materia di idoneità e sorveglianza sanitaria degli addetti. Sono state adeguate le normative nazionali in materia di idoneità e sorveglianza sanitaria degli addetti, anche nell’ottica del perseguimento dell’obiettivo di riduzione degli infortuni mortali e delle malattie professionali.

Nei lavori edili la caduta dall’alto rappresenta la modalità di accadimento di infortunio che, con maggiore frequenza, genera infortuni gravi e mortali. Nelle numerose analisi statistiche disponibili in letteratura, la percentuale dei casi attribuiti a caduta dall’alto sul totale degli infortuni gravi varia dal 30 al 40%, quanto a numero di casi; è costantemente intorno al 40%, quanto a numero di giornate perse; è attorno al 50%, quanto a gradi di invalidità permanente riconosciuti.

E dunque le iniziative di prevenzione del rischio di caduta dall’alto devono assumere una priorità assoluta in termini di energie e di risorse dedicate, trattandosi di un rischio che con elevata probabilità genera un danno grave e con un impatto elevato anche rispetto a parametri di natura socio – economica.

Le Linee Guida forniscono ai diversi soggetti operanti nel cantiere uno strumento semplice ed operativo da consultare nel corso delle diverse tipologie del lavori che di volta in volta richiedono l’utilizzo di scale portatili. E sono strutturate in modo tale da consentire il rapido esame delle indicazioni: è presente una parte generale (definizioni, riferimenti normativi, misure generali di sicurezza, concetti di base in materia di sorveglianza sanitaria, ...) e una parte specifica redatta in forma di “schede di attività” riguardanti 11 possibili utilizzi in cantiere delle scale portatili:
  • opere di scavo di pozzi, cunicoli, trincee ecc.; 
  • posizionamento di manufatti per il getto di pilastri e travature con successiva messa in opera di solai prefabbricati e non, ossia il cosiddetto ‘banchinaggio’; 
  • realizzazione dei pilastri in C.A.; 
  • superamento di dislivelli per passaggio da solaio a solaio; 
  • movimentazione di monoblocchi di cantiere quali baracche, casseri e ferri da armatura; 
  • lavori di assistenza ai fini della realizzazione di impianti; 
  • esecuzione e manutenzione di impianti; 
  • attività di smontaggio e smantellamento di strutture ed impianti (strip out); 
  • apertura e chiusura della copertura superiore degli automezzi telonati; 
  • esecuzione di finiture ed intonaci; 
  • posa e disarmo dei casseri di armatura”.

E le Linee Guida sono, inoltre, corredate da sintetiche “check-list” ad uso dell’utilizzatore della scala.

Per saperne di più visitate il sito: www.ergon.palermo.it

mercoledì 30 luglio 2014

Interpello di Federfarma sull’e-learning

La Federazione Nazionale Unitaria dei Titolari di farmacia italiani (Federfarma) ha avanzato istanza di interpello alla Commissione per gli Interpelli del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per conoscere il suo parere in merito al corretto svolgimento della verifica finale dei corsi erogati in modalità e-learning.

In particolare l'interpellante chiede di conoscere:

1. se la verifica finale, attuata mediante un apposito questionario, di un corso di formazione dei lavoratori erogato in modalità e-learning possa ritenersi conforme al dettato legislativo qualora il verificatore sia il datore di lavoro, ancorché privo di ulteriori requisiti, ovvero sia necessario che il datore di lavoro debba necessariamente ricoprire anche il ruolo di RSPP, ovvero, addirittura, se sia necessario che il datore di lavoro rivesta la qualifica di RSPP da almeno tre anni;

2. se un datore di lavoro possa svolgere le funzioni di soggetto verificatore anche per la formazione di lavoratori che non siano propri dipendenti, purché appartenenti al medesimo settore di attività;

3. se per quanto riguarda la formazione dei datori di lavoro in modalità e-learning. Possa essere ritenuta conforme al dettato legislativo una verifica finale effettuata in presenza di un altro datore di lavoro, ovvero de/ RLS, ovvero dei dipendenti già formati ai sensi dell'art. 37 de/ D.Lgs. n. 8112008 i quali, controfirmino il documento di verifica.

La suddetta Commissione ha risposto a questo interpello fornendo le seguenti indicazioni:

Il Decreto Interministeriale del 06/03/2013 sui "Criteri di qualificazione della figura del formatore per la salute e sicurezza sul lavoro” stabilisce i requisiti minimi per la figura del formatore-docente in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

Gli Accordi Stato-Regioni del 21/12/2011 oltre a decretare che i docenti abbiamo i requisiti indicati da DI del 06/03/2013, danno indicazioni puntuali su come organizzare i corsi di formazione. In particolare nei corsi di formazione previsti sia dall’art. 37 sia dall'art. 34, è necessario che per ciascun corso, sia individuato il ''soggetto organizzatore de/ corso, il quale può essere anche il datore di lavoro; un responsabile del progetto formativo, il quale può essere il docente stesso; i nominativi dei docenti", ecc.

Al termine del percorso formativo è necessario il superamento della prova di verifica obbligatoria solo per i corsi di formazione dei preposti e dei dirigenti e per il datore di lavoro che svolge direttamente i compiti di prevenzione e protezione dai rischi.

L’Accordo Stato-Regioni del 21/12/201 1, che disciplina la formazione dei lavoratori, prevede l’utilizzo delle modalità di apprendimento e-Learning nel rispetto d i quanto stabilito nell'Allegato I, che al punto d) stabilisce che "la verifica di apprendimento finale va effettuata in presenza”.

Pertanto se la formazione dei lavoratori è erogata in modalità tradizionale, in aula, non è obbligatoria la verifica finale, viceversa se la formazione dei lavoratori avviene in modalità e­ Learning la verifica finale diventa obbligatoria.

Inoltre, la Commissione ritiene che spetti al soggetto organizzatore, anche dandone evidenza nel progetto formative, garantire che la verifica finale di apprendimento sia svolta da un soggetto in possesso delle capacita necessarie a verificare l'effettività dell'apprendimento al termine del percorso educativo. Tali requisiti, alla luce del punto 2, lett. b, dell'Accardo del 21/12/2011, che disciplina la formazione dei lavoratori, sono sicuramente posseduti dal docente, che può essere anche il datore di lavoro, in possesso dei requisiti di legge (DI 06/03/2013).

Tale interpretazione è coerente con quanto previsto dall’Accordo Stato-Regioni del 21/12/2011, che disciplina la formazione dei datori di lavoro che decidono di svolgere direttamente i compiti di prevenzione e protezione dai rischi, il quale, al punto 6, esplicitamente prevede che la verifica di apprendimento, che può consistere in un colloquio o un test, essendo finalizzata a constatare "le conoscenze relative alla normativa vigente e le competenze tecnico-professionali", deve essere effettuata “dal responsabile del progetto .formativo o da un docente da lui delegato che formula il proprio giudizio in termini di valutazione globale e redige il relativo verbale".

A tal proposito ricordiamo che la ERGON Ambiente e Lavoro organizza il "Corso per Preposti ai sensi dell'art 37 D.Lgs. 81/08 e del nuovo Accordo Stato Regioni" in modalità e-learning in ottemperanza alle indicazioni della suddetta commissione.

martedì 29 luglio 2014

Riduzione della percentuale dell'importo dei premi e dei contributi INAIL

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con un comunicato presente sulla GU Serie Generale n.146 del 26-6-2014 annuncia una riduzione della percentuale dell'importo dei premi e dei contributi per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

Con il decreto del 22 aprile 2014 del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, è stata data attuazione alla disposizione di cui all'art. 1, comma 128, della legge 27 dicembre 2014 n. 147, concernente la riduzione percentuale dell'importo dei premi e contributi dovuti per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

Tale riduzione percentuale è fissata, per l'anno 2014, nella misura del 14,17%, e si applica a tutte le tipologie di premi e contributi dovuti, salvo le eccezioni previste dalla normativa primaria al terzo periodo, comma 128, dell'art. 1 della citata legge n. 147/2013, tenendo conto dell'andamento infortunistico. Il decreto definisce anche i criteri per la riduzione percentuale di detti premi e contributi per i successivi anni 2015 e 2016.

Articolo I
1. Sono approvati i criteri e le modalità applicative per la riduzione dei premi e contributi dovuti per l'assicurazione contra gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali tenendo conto dell'andamento infortunistico aziendale, nonché per le imprese che abbiano iniziato l'attività da non oltre un biennio nel rispetto delle nonne in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, cosi come indicati nella determina Inail n. 67 dell' 11 marzo 2014, allegata al presente decreto di cui forma parte integrante.

Articolo 2
1. Nelle more della revisione tariffaria prevista dall'articolo 1, comma 128 della legge 147 del 2013, i criteri e le modalità di applicazione e di calcolo della riduzione di cui all'articolo 1 si applicano per il triennio 2014-2016 e possono essere modificati, su proposta dell’lnail, con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze.

Articolo 3
1. Per l'anno 2014 la riduzione dei premi e contributi dovuti per l'assicurazione contra gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali è fissata nella misura del 14,17 %, nel rispetto dei criteri e delle modalità stabiliti dall'articolo 1 del presente decreto.
2. Per i successivi anni 2015 e 2016 la percentuale di riduzione dei premi e contributi è aggiornata, in applicazione dei criteri di cui all'articolo 1, con determina del Presidente dell’Inail sulla base delle elaborazioni della Consulenza Statistico Attuariale dell'Istituto, comunicata entro il 31 ottobre dell'anno precedente quello di riferimento, al Ministero del lavoro e delle politiche sociali ed al Ministero dell'economia e delle finanze per l'approvazione tramite decreto direttoriale da emanarsi entro la fine dell'anno precedente quello di riferimento.

Il suddetto decreto è reperibile nel sito istituzionale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali www.lavoro.gov.it

lunedì 28 luglio 2014

FONDIMPRESA: Incrementato il contributo aggiuntivo per la formazione nelle PMI a 20 milioni di Euro

Il 23 Luglio 2014 sono stati incrementati e portati a 20 milioni di euro i fondi che Fondimpresa ha stanziato con l'Avviso 3/2014 per la realizzazione di piani formativi aziendali o interaziendali anche in materia di sicurezza rivolti ai lavoratori delle PMI aderenti di dimensioni minori che non riescono a maturare sul proprio Conto Formazione le risorse utili al finanziamento di progetti formativi aziendali.

Dal 20 giugno al 31 ottobre 2014, fino a esaurimento delle risorse, le aziende aderenti al Fondo potranno presentare richiesta di piani formativi, anche in materia di Salute e Sicurezza sui luoghi di lavoro.

Il contributo aggiuntivo è concesso ai piani presentati sul "Conto Formazione" per un importo compreso tra 3.000,00 e 8000,00 euro per azienda.

E' richiesta alle PMI interessate la presenza di un saldo attivo sul proprio Conto Formazione, risultante dalla somma degli importi effettivamente disponibili su tutte le matricole INPS per cui l'azienda ha aderito al Fondo. Inoltre, le stesse devono aver maturato sul proprio Conto Formazione, nel periodo di adesione, un accantonamento medio annuo, al lordo degli eventuali utilizzi per piani formativi, non superiore a euro 8.000,00.

Possono beneficiare di tale contributo esclusivamente le PMI in possesso dei requisiti dell'Avviso che a partire dal 1° settembre 2013 non hanno presentato alcun Piano a valere su Avvisi di Fondimpresa che prevedono la concessione di un contributo aggiuntivo al Conto Formazione, salvo il caso in cui il Piano sia stato annullato o respinto.

Per presentare la richiesta di contributo aggiuntivo occorrerà coinvolgere un numero minimo di 4 lavoratori per azienda destinatari di almeno 12 ore di formazione pro capite.

Ai fini della presentazione della richiesta di contributo sarà necessario condividere il piano formativo con le Rappresentanze Sindacali Aziendali o, nel caso esse non sia presenti in azienda, con le organizzazioni sindacali territoriali.

Per saperne di più visitate il sito: www.ergon.palermo.it

venerdì 25 luglio 2014

SICURTECH Village

Il tema della sicurezza, uscito negli ultimi anni dal ristretto ambito degli addetti ai lavori, riveste ormai un determinante ruolo sociale.

Le Associazioni promotrici dell’iniziativa svolgono da tempo un’importante funzione di raccordo con le Istituzioni Pubbliche a livello nazionale, europeo e internazionale, contribuendo in maniera sostanziale alla messa a punto di normative e regolamenti in grado di far fronte alla rapida evoluzione del mercato della sicurezza e dell’antincendio. L’impegno costante è quello di lavorare insieme per la prevenzione dei rischi, coinvolgendo quanto più possibile tutte le parti interessate ed unendo le forze per migliorare la sicurezza e la salute.

Ed è in questa direzione che è stato ideato, progettato e realizzato SICURTECH Village: una mostra convegno itinerante dedicata ai temi riguardanti la «cultura della sicurezza antincendio, le soluzioni e gli aspetti tecnico-normativi», con l’obiettivo di diffondere e far conoscere le più recenti innovazioni in materia.

Una manifestazione dedicata ai temi riguardanti la «cultura della sicurezza antincendio, le soluzioni e gli aspetti tecnico-normativi» per far conoscere le più recenti innovazioni in materia. Un tour di approfondimento che, toccando diverse città italiane, riflette su tematiche di cogente attualità ed interesse, grazie al contributo di tecnici, professionisti, addetti antincendio, addetti ai servizi di sicurezza e di prevenzione, consulenti, esponenti degli ordini professionali, aziende, imprenditori, università.

L’obiettivo dell’evento è di:
  • sviluppare la collaborazione tecnico – scientifica fra i principali stakeholder coinvolti, facendo dialogare il mondo delle istituzioni e delle associazioni di settore, con i tecnici, i progettisti e gli addetti della filiera; 
  • favorire la cultura dell’aggiornamento e della formazione verso tutti gli operatori del settore; 
  • promuovere la diffusione della conoscenza attraverso l’approfondimento delle normative tecniche e la trattazione dei principali nodi problematici connessi alla loro applicazione, alle tecnologie disponibili e alla regola dell’arte.

SICURTECH VillageSICURTECH Village, proprio in virtù delle tematiche di cogente attualità che affronta, attiva collaborazioni con i principali Enti Pubblici coinvolti: Ministero del Lavoro, degli Interni, dello Sviluppo Economico; Regioni Province e Comuni che di volta in volta ospiteranno l’iniziativa; Ordini professionali degli Ingegneri, degli Architetti, dei Geometri e dei Periti. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito a “Sicurtech Village” una Medaglia quale premio di rappresentanza. Il premio è stato rilasciato quale segno di riconoscimento all’iniziativa, nell’ambito dei rapporti con la società civile.

L’idea è quella di portare le soluzioni di sicurezza antincendio del nostro paese a livelli di eccellenza, contribuendo alla qualificazione e valorizzazione di tutto il settore: dagli aspetti tecnico-normativi, che esigono la massima chiarezza per il rispetto delle regole, ai processi produttivi e di distribuzione del prodotto al servizio di assistenza e manutenzione. Con la partecipazione a tavoli tecnici ed istituzionali nazionali e comunitari (Gruppi di Lavoro del CEN, Commissione UNI ecc.) le Associazioni sviluppano iniziative e progetti a diversi livelli, ponendosi i seguenti obiettivi principali:
  • la realizzazione di un quadro normativo moderno e chiaro, prima chiave di volta dello sviluppo del settore antincendio 
  • la sensibilizzazione degli operatori del settore e dell’opinione pubblica 
  • l’ottimizzazione dei processi produttivi e distributivi 
  • la formazione e il monitoraggio degli addetti alle manutenzioni

Per saperne di più vai su www.sicurtechvillage.it o visita il sito www.ergon.palermo.it

giovedì 24 luglio 2014

Disabilità e gestione delle emergenze

Riprendendo il discorso sulla sicurezza sui luoghi di lavoro e la disabilità iniziato qualche giorno fa, affrontiamo adesso gli aspetti riguardanti la gestione delle emergenze. A tal proposito a supporto dei datori di lavoro e dei responsabili del servizio prevenzione e protezione, nel periodo di vigenza del D.Lgs. 626/1994, successivamente al D.M. 10/03/1998, è stata emanata, da parte del Ministero dell’Interno - Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile, la specifica Circolare n. 4 del 01/03/2002 che riporta in allegato le “Linee guida per la valutazione della sicurezza antincendio nei luoghi di lavoro ove siano o possano essere presenti persone disabili”.

Ancora oggi la suddetta Circolare si configura quale valido strumento a supporto dell’approntamento dei piani di gestione dell’emergenza ai sensi del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. nelle aziende dove sono presenti lavoratori con disabilità; pertanto, ad essa si rimanda per una più puntuale trattazione dei singoli aspetti della tematica. Vediamo casa dice la ‘Circolare n° 4 del 1 marzo 2002: linee guida per la valutazione della sicurezza antincendio nei luoghi di lavoro ove siano o possano essere presenti persone disabili’:

1. Introduzione 
1.1 Scopo
 …le linee guida, in relazione alla valutazione del rischio ed alla conseguente scelta delle misure, sono ispirate ai seguenti principi generali: prevedere ove possibile… il coinvolgimento degli interessati nelle diverse fasi del processo; conseguire adeguati standard di sicurezza per tutti senza determinare alcuna forma di discriminazione tra i lavoratori; progettare la sicurezza per i lavoratori con disabilità in un piano organico, che incrementi la sicurezza di tutti, e non attraverso piani speciali o separati da quelli degli altri lavoratori.

2. La valutazione del rischio
2.1 L’identificazione delle caratteristiche ambientali
Lo scopo della valutazione e della conseguente scelta delle misure di sicurezza si intende raggiunto se nei luoghi considerati risultano risolte, anche attraverso i sistemi di gestione, tutte quelle condizioni che rendono difficile o impossibile alle persone con limitazioni alle capacità fisiche, cognitive, sensoriali o motorie il movimento, l'orientamento, la percezione dei segnali di allarme e la scelta delle azioni da intraprendere al verificarsi di una condizione di emergenza. Il primo passo da compiere per conseguire tale obiettivo è quello di individuare le difficoltà di carattere motorio, sensoriale o cognitivo che l'ambiente può determinare, verso le quali dovrà essere prestata la massima attenzione e intraprese le necessarie e adatte misure di contenimento e abbattimento del rischio… Per quanto riguarda i criteri da seguire è possibile elaborare una classificazione che riguarda le caratteristiche relative: alla mobilità, all’orientamento, alla percezione del pericolo e/o dell’allarme, all’individuazione delle azioni da compiere in caso di emergenza.

3. Misure edilizie ed impiantistiche
3.1 Le misure per facilitare la mobilità
…Le misure finalizzate a rendere più agevole l’esodo in caso di emergenza possono riguardare… i seguenti punti: adeguamento dei percorsi ai requisiti di complanarità della pavimentazione; adeguamento delle scale ai requisiti di comodità d’uso; eliminazione di gradini o soglie di difficile superamento, anche attraverso la realizzazione di rampe; riduzione della lunghezza dei percorsi di esodo; ampliamento dei passaggi di larghezza inadeguata; installazione di corrimano anche nei percorsi orizzontali; …

3.2 Le misure per facilitare l’orientamento
Tale obiettivo si può essenzialmente raggiungere integrando la cartellonistica di sicurezza con l'adozione di sistemi ad essa complementari e/o alternativi,… In particolare, dovrà essere verificato che la condizione elaborata sia adeguata alle necessità di lettura ed alle capacità di comprensione da parte di tutti i possibili fruitori, ivi comprese le persone estranee al luogo stesso. Per quanto riguarda i sistemi di comunicazione alternativi ma non in sostituzione alla cartellonistica, le misure possono essere individuate, ad esempio, tra le seguenti: realizzazione di sistemi di comunicazione sonora, realizzazione di superfici in cui sono presenti riferimenti tattili, verifica della presenza di altri particolari indicatori, verifica che la segnaletica sul piano di calpestio abbia un buon contrasto acromatico e, possibilmente, anche cromatico rispetto alla pavimentazione ordinaria. La percezione di tale contrasto deve essere garantita nelle diverse condizioni di illuminamento e su piani di calpestio in condizioni asciutte e bagnate; segnaletica luminosa e/o lampeggiante. Ove possibile (ad esempio, quando sono già presenti lavoratori disabili), i piani di emergenza devono essere concordati con il coinvolgimento diretto e propositivo degli interessati…

4. Misure organizzative e gestionali 
 … ai fini dell'adozione di procedure gestionali e di emergenza che siano praticabili ed idonee agli scopi, è opportuno che la loro definizione avvenga, ove possibile (ad esempio, quando sono già presenti lavoratori disabili), a seguito di una consultazione dei diretti interessati abitualmente ivi presenti; la persona o le persone incaricate di porgere aiuto devono essere adeguatamente addestrate ad accompagnare una persona con difficoltà sensoriali ed a trasmettere alla stessa, in modo chiaro e sintetico, le informazioni utili su ciò che sta accadendo e sul modo di comportarsi per facilitare la fuga; la persona o le persone incaricate di porgere aiuto devono essere adeguatamente addestrate per agevolare i soccorritori e per dare a questi i riferimenti per meglio trarre in salvo la persona.

Per ulteriori informazioni andate su: www.inail.it o visitate il sito: www.ergon.palermo.it

mercoledì 23 luglio 2014

INAIL Bando Fipit

L’Inail finanzia le piccole e micro imprese - comprese quelle individuali - operanti nei settori, dell’agricoltura, dell’edilizia, dell’estrazione e della lavorazione dei materiali lapidei (comparti dove è particolarmente alto il rischio infortunistico con i valori tra i più elevati sia in termini di frequenza che di gravità) per la realizzazione di progetti di innovazione tecnologica mirati al miglioramento delle condizioni in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. I destinatari degli incentivi sono le imprese, anche individuali, iscritte alla Camera di Commercio Industria, Artigianato ed Agricoltura.

La finalità di tali finanziamenti è quella di intervenire con azioni mirate a favore delle piccole e micro imprese appartenenti a settori specifici, particolarmente esposti al verificarsi di eventi lesivi. Una scelta selettiva per offrire un ulteriore contributo al miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza sul lavoro che si va ad aggiungere a quello di carattere più generale messo a disposizione attraverso l’espletamento dei bandi a sportello. Tale iniziativa di finanziamento rappresenta un volano attraverso il quale stimolare tali imprese a innovare i propri processi lavorativi, adottando comportamenti virtuosi che incidano efficacemente e concretamente sui livelli di salute e sicurezza degli ambienti di lavoro

Finanziamenti a disposizione 
Per il 2014 il bando Fipit mette a disposizione 30 milioni di euro ripartiti tra i tre settori di attività:
  • 15.582.703 di euro per il finanziamento dei progetti del settore agricoltura 
  • 9.417.297 di euro per il finanziamento dei progetti del settore edilizia 
  • 5.000.000 di euro per il finanziamento dei progetti del settore estrazione e lavorazione dei materiali lapidei. 

 I fondi di settore sono a loro volta suddivisi in budget regionali e provinciali come previsto nei relativi bandi.

Ammontare del contributo per singola impresa
Il contributo, in conto capitale, è erogato fino ad una misura massima corrispondente al 65 per cento dei costi sostenuti e documentati per la realizzazione del progetto, al netto dell’ Iva. Il contributo massimo per ciascuna impresa, nel rispetto del regime “de minimis”, non può superare l’importo di 50.000,00 euro, mentre quello minimo ammissibile è pari a 1.000,00 euro.

Spese Ammissibili 
Sono ammessi a contributo unicamente i costi relativi all’acquisto/adeguamento di impianti, macchine o attrezzature che devono essere riferite a progetti non realizzati e non in corso di realizzazione alla data di pubblicazione del presente Bando.

Accesso ai finanziamenti 
Dal 3 novembre 2014 e fino alle ore 18.00 del 3 dicembre 2014 le imprese hanno a disposizione, nella sezione Servizi online, una procedura informatica per inserire la domanda di partecipazione. Per accedere alla procedura è necessario essere registrati sul portale Inail.

Per saperne di più contattateci al numero 091 340837 o visitate il sito: www.ergon.palermo.it

martedì 22 luglio 2014

Food safety & security

L’11 marzo si è svolto a Milano il nuovo Workshop "Risk Management, nuove tecnologie ed ambiti di analisi" su temi di estremo interesse ed attualità, grazie alla scelta dei focus ed alla presenza di Relatori di altissima professionalità ed esperienza nel campo del Risk Management in ambito di food safety & security e di Risk Analysis, e grazie ai nuovi strumenti ed algoritmi di video analisi che sono stati tema dell'incontro.

Come afferma il celebre sociologo Ulrich Beck, le società attuali sono società del rischio. Vale a dire che, oltre alla ordinaria allocazione delle risorse per via politica ed economica, le società attuali, tra i propri compiti fondamentali hanno sempre più quello di valutare, gestire e possibilmente diminuire i rischi presenti ai vari livelli ed in ambiti eterogenei.

In tale contesto, la Sicurezza alimentare è divenuta un aspetto sempre più importante. Essa può essere declinata secondo le categorie:
  • food safety, ovvero la presenza di cibo sicuro e salubre, tale da non recare danno a chi lo consuma. Questo aspetto è fortemente influenzato al livello planetario dal cambiamento dei fattori climatici, e per quanto riguarda i paesi più poveri dal progressivo aumento del grado di povertà e dalla diminuzione di fonti idriche salubri e di igiene. Inoltre tiene conto di molteplici aspetti quali: la qualità delle materie prime, la presenza di agenti patogeni, i processi di lavorazione dei cibi e la cross contaminazione delle varie sostanze alimentari. 
  • food security, relativa ad un aspetto di approvvigionamento e autosufficienza alimentare (in termini di disponibilità, accesso ed utilizzo delle fonti di cibo) della società o delle comunità nazionali che la invocano.

Altro settore in cui si stanno facendo ampi progressi, in termini di sicurezza, è quello di progettare e sviluppare innovativi sistemi di videosorveglianza, caratterizzati dall'uso di sensori intelligenti, altamente funzionali e da avanzate funzioni di analisi video.

Le attività di Person Re-identification, di Social Signal Processing, di Group and Crowd Behaviour Analysis e di Multi Sensor Data Fusion sono fondamentali per molte applicazioni di Risk Analysis e di videosorveglianza, in particolare in ambienti eterogenei e tali applicazioni stanno diventando sempre più performanti, grazie allo sviluppo di nuovi algoritmi realizzati ad hoc.

Il Workshop ha focalizzato l'attenzione proprio su questi argomenti, non solo di forte attualità, ma anche estremamente innovativi nell'approccio, ed è stato anche l'occasione per tenere a battesimo il primo Club R2GS Italy, per promuovere la conoscenza e per lo scambio di esperienze in ambito di Security Information and Event Management (SIEM), nonchè Security Operation Centres (SOC)!

Per saperne di più visitate il sito: www.ergon.palermo.it

lunedì 21 luglio 2014

Malattie muscolo scheletriche nella GDO

In questi ultimi anni i Servizi di Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro (SPSAL) hanno rilevato che nelle strutture della grande distribuzione organizzata (GDO) c’è un’incompleta applicazione delle misure ergonomiche disponibili per la progettazione dei posti di lavoro e dell’organizzazione del lavoro. In conseguenza di ciò si assiste a una presenza significativa di rischi di sovraccarico biomeccanico dell’apparato muscolo scheletrico, dovuti alla movimentazione manuale di carichi ed ai movimenti ripetitivi degli arti superiori.

Per promuovere una più efficace azione preventiva sono state redatte linee d’indirizzo e organizzati convegni e seminari per fornire un contributo al miglioramento delle misure di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori attualmente adottate. Uno di questi convegni si intitola “Piano regionale della prevenzione - Grande distribuzione organizzata e prevenzione delle malattie muscoloscheletriche - Linee operative per la vigilanza” e si è tenuto a Bologna il 26 settembre 2013.

Dal convegno è emerso che le malattie muscolo-scheletriche correlate al lavoro “sono attualmente quelle più denunciate, con una distribuzione trasversale a diversi settori e comparti lavorativi”. Vengono presentati, a questo proposito, diversi dati relativi alle malattie professionali da cui emerge la rilevanza delle malattie muscolo scheletriche: “un quadro epidemiologico che non sorprende, perché il principio base dell’ergonomia secondo il quale è il lavoro che deve essere adattato all’uomo, e non il contrario, non è ancora passato”.

Se la normativa italiana da anni detta regole esplicite sulla progettazione ergonomica, in realtà “persistono concezioni arcaiche del lavoro. C’è ancora ad esempio chi ritiene che lavoro sia sinonimo di fatica e che questa a sua volta sia la sola condizione che legittima il salario. C’è chi ritiene che sia inopportuno consentire di sedersi, anche se lo svolgimento della mansione lo consente, perché non è conforme ad un’immagine di operosità”.

E d’altronde anche le più recenti trasformazioni dei cicli lavorativi “non nascondono tali concezioni, perché dove con la tecnologia si riduce il carico fisico, viene spesso incrementato quello mentale, per saturare tutti gli interstizi del tempo-lavoro”.

In relazione ai dati epidemiologici e le criticità rilevate nell’attività di vigilanza ci si è posti l’obiettivo di migliorare le condizioni tecnico-organizzative riguardanti la movimentazione dei carichi, i movimenti ripetitivi e le posture di lavoro nei comparti a maggior rischio, con azioni mirate a promuovere nelle imprese coinvolte l'eliminazione dei rischi o la loro riduzione al minimo. E a tal fine, da gennaio 2011 ad oggi, sono state controllate quasi 1000 aziende, tra le quali ci sono anche quelle della GDO.

Dal controllo è emerso che nessun processo lavorativo è apparso essere stato progettato all’origine anche ai fini ergonomici e la carenza o assenza di progettazione all’origine riguarda elementi strutturali e organizzativi: gli edifici, il lay-out, gli impianti, le attrezzature, gli stoccaggi e l’organizzazione. Questa è la conferma del ritardo culturale sul tema, dal quale consegue che dove vengono fatti interventi per affrontare problemi ergonomici si tratta in genere di modifiche di situazioni nate disergonomiche. E aggiustare qualcosa che è nato male, non sempre è possibile e spesso è molto difficile.

Alcuni esempi di azioni di miglioramento attivate, riguardano ad esempio i lay-out, la riprogettazione dei compiti, la ridefinizione e adeguamento delle attrezzature ed ausili, l’adeguamento della formazione, ed il rifacimento della valutazione. Infine tra le azioni ancora da implementare si possono elencare:

  • sviluppare concretamente l’ergonomia partecipata; 
  • migliorare l’efficacia della valutazione (strumenti, specificità); 
  • in particolare per la GDO, coniugare le esigenze del cliente con quelle del lavoratore; 
  • promuovere la ricerca e lo sviluppo tecnologico; 
  • promuovere l’acquisizione dei principi ergonomici anche da parte dei produttori, fornitori e costruttori, curandone l’interfaccia”.

Per saperne di più visitate il sito: www.ergon.palermo.it

venerdì 18 luglio 2014

Disabilità e sicurezza sul lavoro

L’obbligo di valutazione dei rischi previsto all’art. 17 del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. è ulteriormente rafforzato dall’art. 28 – oggetto della valutazione dei rischi – laddove si prevede che essa deve riguardare “tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari…”. I lavoratori portatori di disabilità ben rientrano nella categoria di coloro che sono esposti a tali rischi particolari e pertanto anche nella gestione delle emergenze si deve tener conto di ciò.

In materia, successivamente alla pubblicazione del D.M. 10/03/1998, il Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile del Ministero dell’Interno ha emanato la Circolare n. 4 del 01/03/2002 che contiene indicazioni risolutive a garanzia della migliore gestione delle emergenze in presenza di lavoratori con disabilità.

Il datore di lavoro, ai sensi del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i., deve valutare tutti i rischi per la salute e la sicurezza (art. 15 c. 1 lett. a) compresi quelli riguardanti “gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari” (art. 28 c. 1) e, “nell’affidare i compiti ai lavoratori, tenere conto delle capacità e delle condizioni degli stessi in rapporto alla loro salute e alla sicurezza” (art. 18 c. 1 lett. c).

Tale specifica tutela va garantita anche nella gestione delle emergenze (art. 43) con l’applicazione dei contenuti del D.M. 10/03/1998 “Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell'emergenza nei luoghi di lavoro” che espressamente evidenzia, tra l’altro, la necessità di sottolineare che “qualora siano presenti lavoratori disabili, il piano di emergenza deve essere predisposto tenendo conto delle loro invalidità” (Allegato VIII-8.3.1).

Il D.M. 10 marzo 1998: Allegato VIII - 8.3 Assistenza alle persone disabili in caso di incendio prescrive che:.

8.3.1 Generalità: Il datore di lavoro deve individuare le necessità particolari dei lavoratori disabili nelle fasi di pianificazione delle misure di sicurezza antincendio e delle procedure di evacuazione del luogo di lavoro. Occorre altresì considerare le altre persone disabili che possono avere accesso nel luogo di lavoro… Qualora siano presenti lavoratori disabili, il piano di emergenza deve essere predisposto tenendo conto delle loro invalidità.

8.3.2 Assistenza alle persone che utilizzano sedie a rotelle e a quelle con mobilità ridotta: Nel predisporre il piano di emergenza, il datore di lavoro deve prevedere un'adeguata assistenza alle persone disabili che utilizzano sedie a rotelle e a quelle con mobilità limitata. Gli ascensori non devono essere utilizzati per l'esodo, salvo che siano stati appositamente realizzati per tale scopo. Quando non sono installate idonee misure per il superamento di barriere architettoniche eventualmente presenti, oppure qualora il funzionamento di tali misure non sia assicurato anche in caso di incendio, occorre che alcuni lavoratori, fisicamente idonei, siano addestrati al trasporto delle persone disabili.

8.3.3 Assistenza alle persone con visibilità o udito menomato o limitato: Il datore di lavoro deve assicurare che i lavoratori con visibilità limitata siano in grado di percorrere le vie di uscita. In caso di evacuazione del luogo di lavoro, occorre che i lavoratori fisicamente idonei e appositamente incaricati guidino le persone con visibilità menomata o limitata. Durante tutto il periodo dell'emergenza occorre che un lavoratore, appositamente incaricato, assista le persone con visibilità menomata o limitata. Nel caso di persone con udito limitato o menomato esiste la possibilità che non sia percepito il segnale di allarme, in tali circostanze occorre che una persona, appositamente incaricata, allerti l'individuo menomato.

8.3.4 Utilizzo di ascensori: Persone disabili possono utilizzare un ascensore solo se è un ascensore predisposto per l'evacuazione o è un ascensore antincendio e inoltre tale impiego deve avvenire solo sotto il controllo di personale pienamente a conoscenza delle procedure di evacuazione.

Per ulteriori informazioni andate su: www.inail.it o visitate il sito: www.ergon.palermo.it

giovedì 17 luglio 2014

La privacy non va mai in vacanza

Vi presentiamo un utile decalogo che riguarda la privacy e fornisce alcuni preziosi consigli per navigare sicuri anche durante le vacanze estive.

1. Selfie e dintorni. Pubblicare le foto o i video delle vacanze sui social network è divertente. Ma non tutti vogliono apparire on-line, essere riconosciuti o far sapere dove e con chi si trovavano durante le ferie. Soprattutto se le immagini possono risultare in qualche modo imbarazzanti. Se si postano foto o video con altre persone, è sempre meglio prima accertarsi che queste siano d'accordo, specie se si inseriscono anche dei tag con nomi e cognomi.

2. Geolocalizzati? No, grazie. Per gli amanti della riservatezza che non vogliono mai far sapere dove sono durante le vacanze estive, il suggerimento è disattivare le opzioni di geolocalizzazione di smartphone e tablet, oltre a quelle dei social network eventualmente utilizzati.

3. Social-ladri. Postando sui social network che si è in vacanza si potrebbe far sapere ad eventuali malintenzionati che la propria casa è vuota. Il pericolo aumenta se poi si scrive anche per quanto tempo si resterà in vacanza o in quali giorni. Il suggerimento è innanzitutto quello di evitare di postare sul web informazioni troppo personali, come l'indirizzo di casa o la foto del posto dove si parcheggia di solito l'automobile. E' bene poi controllare le impostazioni privacy dei social network, limitando la visibilità dei post solo agli amici; fare attenzione a non accettare sconosciuti nella cerchia di amicizie on-line; eventualmente, bloccare la funzione di geolocalizzazione dei social network per non far sapere quanto si è lontani dalla propria abitazione.

4. Viaggi o "pacchi"? E' bene fare attenzione alle offerte di sconti straordinari su viaggi e affitti di case per le vacanze - da ottenere compiendo determinate operazioni, come, ad esempio, cliccare su link, fornire dati personali o bancari - che possono arrivare via social network, e-mail, sms, sistemi di messaggistica. Virus informatici, software spia e phishing (cioè, una frode finalizzata all'acquisizione, per scopi illegali, di dati personali dell'utente) possono essere in agguato. Inoltre, per evitare i rischi di furti di identità, meglio essere prudenti con i pagamenti on-line se l'indirizzo internet del sito appare anomalo (ad esempio, se non corrisponde al nome dell'azienda che dovrebbe gestirlo) o se non vengono rispettate le procedure di sicurezza standard per i pagamenti on-line (ad esempio, la URL - cioè l'indirizzo - del sito deve iniziare con "https" e avere il simbolo di un lucchetto).

5. Attenzione alle app. In vacanza molti utenti di smartphone e tablet scaricano app per giochi, suggerimenti turistici, ecc… Ma questi prodotti software possono anche nascondere virus o malware (cioè, software pericolosi). Per proteggersi, buone regole sono: scaricare le app dai market ufficiali; leggere con attenzione le descrizioni delle app (se, ad esempio, nei testi sono presenti errori e imprecisioni, c'è da sospettare); consultare eventuali recensioni degli altri utenti; evitare che i minori possano scaricare le app da soli.

6. Wi-fi gratuito, ma con prudenza. Le connessioni offerte da locali, stabilimenti balneari e hotel potrebbero non essere sufficientemente protette e mettere pc, smartphone e tablet a rischio di intrusioni esterne da parte di malintenzionati a caccia di dati personali. Inoltre, connessioni "infettate" potrebbero veicolare virus e malware, esponendo i dispositivi collegati a diversi rischi, dal phishing al furto di identità. In ogni caso, quando non si è certi del livello di sicurezza della connessione internet, meglio evitare di usare servizi che richiedono credenziali di accesso (ad esempio, alla propria webmail, ai social network, ecc.) o fare acquisti on-line utilizzando il web banking o la carta di credito.

7. Navigare protetti. Aggiornamenti software costanti e programmi antivirus, magari dotati anche di anti-spyware e anti-spam, possono essere buone precauzioni per evitare furti di dati o violazioni della privacy, non solo quando si usa il pc, ma anche per smartphone e tablet. E' bene mantenere aggiornati anche i sistemi operativi di tutti i dispositivi utilizzati per garantirsi una maggiore protezione.

8. Smartphone e tablet sicuri. Durante le vacanze, purtroppo, può accadere che smartphone e tablet siano smarriti o vengano rubati. Per proteggere i dati che contengono, conviene impostare un codice di accesso non banale e conservare con cura il codice IMEI, che si trova sulla scatola al momento dell'acquisto e che serve a bloccare il dispositivo a distanza. In generale, è bene non conservare dati troppo personali su smartphone e tablet (ad esempio, password o codici bancari) e prendere altre piccole precauzioni, come quella di evitare che i browser e le app memorizzino le credenziali di accesso a siti e servizi (ad esempio, posta elettronica, social network, e-banking). Prima di partire si potrebbe fare un backup di tutte le informazioni (numeri di telefoni, foto, ecc.) su "chiavette" o hard disk esterni, oppure trasferirli sul cloud. Ovviamente, in quest'ultimo caso, è bene informarsi sulle condizioni contrattuali e sulle garanzie privacy del servizio cloud.

9. Sms e messaggi via smartphone e social network. Nel periodo estivo se ne inviano e se ne ricevono molti. Alcuni potrebbero contenere virus, malware o esporre al rischio di spam. E' sempre bene fare molta attenzione prima di scaricare programmi, aprire eventuali allegati o cliccare link contenuti nel testo o nelle immagini dei messaggi. Si possono poi adottare semplici precauzioni: ad esempio, non rispondere a messaggi provenienti da sconosciuti. Se si usa un pc, si può passare il mouse su un link senza cliccarlo e verificare - in basso a sinistra nel browser - la URL reale al quale si è indirizzati.

10. La miglior difesa è usare sempre con consapevolezza e attenzione le nuove tecnologie e gestire con accortezza i nostri dati personali.

Per maggiori informazioni, è possibile consultare anche la sezione Diritti e Prevenzione del sito web www.garanteprivacy.it , rivolgersi per informazioni, chiarimenti o segnalazioni all'Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) del Garante, o visitare il sito: www.ergon.palermo.it

mercoledì 16 luglio 2014

La regolazione delle reti elettriche in Italia

Le reti di trasmissione e distribuzione, il cui costo rappresenta una componente relativamente modesta del costo totale dell’elettricità (in Italia, ad oggi, per i consumatori finali pesano poco meno del 15% della loro bolletta elettrica), sono imprescindibili ai fini del conseguimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale che l’Europa e l’Italia si sono poste. Il loro ammodernamento ed efficientamento ha altresì un effetto determinante sia sulla sicurezza e sulla riduzione del prezzo all’ingrosso che si forma nel segmento della generazione, che costituisce la principale voce del costo complessivo del servizio elettrico, sia sulla continuità che sulla sicurezza e qualità.

Vista l’importanza cruciale dei servizi di rete e vista la loro natura di monopoli naturali, è necessario monitorare sia le performance degli operatori, sia la sicurezza, la qualità e l’efficacia del sistema di regolazione. Dall’analisi svolta emerge che il sistema d i regolazione italiano ha progressivamente messo a punto regole e meccanismi che lo qualificano come una best practice a livello europeo. Il sistema adottato armonizza la remunerazione degli input, ovvero costi operativi e spese in conto capitale, l’incentivazione all’aumento di efficienza, sicurezza e qualità, una pianificazione e incentivazione degli investimenti, assieme con stringenti obiettivi di performance e di output.

L’attuale sistema di remunerazione degli input dei servizi di trasmissione e distribuzione si fonda sulla legge 290/2003, mira a stimolare gli operatori nel raggiungimento di livelli di sicurezza e qualità del servizio elevati, remunerando con premi e comminando penalità in base alle performance degli operatori, rispetto a target stabiliti. Il quadro regolatorio si è dimostrato adeguato ad attrarre gli ingenti investimenti necessari all’ammodernamento della rete elettrica italiana, a indurre i gestori a comportamenti efficienti e a migliorare la sicurezza e qualità dei servizi di trasporto e distribuzione: nel complesso, dall’avvio della regolazione sono stati investiti oltre 7 miliardi di euro nella trasmissione e oltre 18 miliardi di euro nella distribuzione.

Gli investimenti in infrastrutture di trasmissione nel periodo 2003‐2013 hanno aumentato la capacità di trasferire flussi di energia tra alcun e aree del territorio italiano, attenuando o eliminando strozzature che generavano in precedenza fenomeni di congestione della rete. A mero titolo di esempio, l’effetto immediato del collegamento sottomarino tra Sardegna e continente ha ridotto l a differenza tra il prezzo medio dell’energia elettrica all’ingrosso in Sardegna e quello medio nazionale (il cosiddetto PUN) in maniera significativa. In valore assoluto, e solo considerando le principali 10 opere realizzate da Terna dal 2005 ad oggi, i benefici per il sistema in termini di minori costi generati (2,1 miliardi di euro) hanno già più che compensato l’investimento sostenuto (circa 1,8 miliardi di euro).

Da un confronto internazionale e merge che, a fronte di una qualità del servizio comparabile ai principali competitor europei, il costo per utente del servizio di trasmissione, in Italia, sia in linea con Spagna e Portogallo, mentre risulta inferiore, rispettivamente del 6% e del 36%, rispetto a Francia e Gran Bretagna. Per quel che concerne la distribuzione le capacità tecniche degli operatori hanno consentito un’importante riduzione dei costi operativi delle imprese di settore e miglioramenti significativi della qualità del servizio, tanto che l’Italia si colloca oggi tra i paesi europei più efficienti, con costi medi di distribuzione per utente inferiori rispetto a tutti i competitor europei.

Il positivo risultato della regolazione e delle imprese fino ad oggi non deve però far perdere di vista le importantissime sfide future: in modo parti colare, la necessità di meglio integrare la generazione rinnovabile, sia a livello di trasmissione sia a livello di generazione distribuita, senza che ciò intacchi la sicurezza e la qualità del servizio, richiederà un notevole volume di investimenti nei prossimi anni. Per il solo settore della distribuzione il mercato delle smart grids potrebbe valere da qui al 2020 dai 3 ai 10 miliardi di € in investimenti nel nostro Paese. Per il settore della trasmissione, ammontano a 8 miliardi di euro gli investimenti previsti nei prossimi anni dal Piano di Sviluppo della rete, parte dei quali dedicati all’integrazione delle fonti rinnovabili.

A questo riguardo sarà cruciale, ai fini del contenimento dei c osti per i consumatori, l’introduzione di più efficaci meccanismi di coordinamento delle strategie di sviluppo del parco di generazione, di quelle di sviluppo del sistema di trasmissione e distribuzione e delle misure per promuovere la flessibilità del la domanda di energia elettrica. In assenza di tale coordinamento vi è un elevato rischio che investimenti in sviluppo delle reti basati su aspettative circa l’evoluzione de l parco di generazione che poi non si realizzano si rivelino inutili.

Per saperne di più visitate il sito: www.ergon.palermo.it

martedì 15 luglio 2014

La valutazione dei rischi per le attività svolte presso terzi

Quando un lavoratore, inviato dal proprio datore di lavoro, si reca fuori dalla propria sede per svolgere una specifica attività lavorativa, spesso il soggetto terzo non è conosciuto e il datore di lavoro mandante non è mai certo dell’avvenuta applicazione delle norme di sicurezza nel sito ospitante e della corretta attuazione delle misure di prevenzione relative all’attività svolta dal dipendente.

Per ribadire che la necessaria azione di preventivo coordinamento con il datore di lavoro (DL) ospitante, “costituisce obbligo primario del DL mandante nei riguardi della tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori”, l’INAIL ha pubblicato nell’aprile del 2014 un documento dal titolo “Le attività esterne. Valutazione dei rischi per attività svolte presso terzi”.

Riguardo alle attività svolte verso terzi, con riferimento al D.Lgs. 81/2008, il documento sottolinea che la preventiva valutazione dei rischi “resta di competenza del DL mandante che rimane sempre responsabile nei confronti del lavoratore inviato presso terzi”. E dunque la “necessaria azione di preventivo coordinamento con il DL ospitante costituisce pertanto obbligo primario del DL mandante”.

Sono ricordate alcune attività tipiche svolte fuori sede presso siti di altri DL ospitanti:
  • le manutenzioni (“extra DUVRI”, cioè le attività in cui manca il presupposto della presenza di un contratto d’appalto o d’opera o di somministrazione mediante il quale il DL affida ad un soggetto esterno dei lavori, servizi o forniture); 
  • le installazioni e i montaggi; 
  • il post vendita; 
  • le verifiche e le ispezioni di tecnici di Enti Pubblici 
  • le attività di ricerca nell'ambito scientifico; - le certificazioni (witness). 
Si indica che “sono da disciplinare a parte, in quanto soggetti a specifici obblighi normativi, i lavori nei cantieri temporanei o mobili ricadenti nel Titolo IV del dlgs. 81/08 e, più in generale, nelle fattispecie previste dall'art. 26 del medesimo decreto, riconducibili alle problematiche inerenti la valutazione dei rischi da interferenze (DUVRI)”.

Riguardo alla programmazione dell'attività si segnala che “nell'ambito delle necessarie attività preliminari di coordinamento e d'interfaccia con il responsabile dell'Azienda o unità produttiva ospitante, il lavoratore incaricato dell'effettuazione di attività presso terzi deve acquisire, da questi, tutte le notizie afferenti ai possibili rischi relativi al luogo di lavoro nel quale si troverà ad operare e alle misure di prevenzione e protezione predisposte”.

Dunque una delle prime condizioni è “la conoscenza degli ambienti e l'individuazione di rischi interferenziali che possono insorgere dal fatto che in uno stesso contesto vengono a operare addetti con mansioni diverse (addetti dell'attività di produzione, installazioni, manutenzioni edilizie, impiantistiche, ecc.) e dei rischi ambientali e intrinseci. Dato che si potrebbe operare, in taluni casi, in condizioni difficoltose, ad esempio entro vani tecnici, in piani interrati, ecc., è raccomandabile che l'attività sia sempre effettuata congiuntamente ad un incaricato dell'Azienda ospitante”.

Per saperne di più visitate il sito: www.ergon.palermo.it

lunedì 14 luglio 2014

INAIL Progetto INSuLA

INSuLA è la più grande indagine conoscitiva nazionale sulla salute e sicurezza sul lavoro mai realizzata, con oltre 12mila interviste effettuate a lavoratori e a tutte le figure della prevenzione aziendale. Il progetto INSuLA è stato realizzato dal settore Ricerca dell’INAIL e approvato e finanziato dal Ministero della Salute nell’ambito del Programma per la ricerca sanitaria in materia di tutela della salute nei luoghi di lavoro.

Concepito per sviluppare un sistema permanente di rilevazione della percezione delle condizioni di lavoro e dei livelli di tutela della salute e sicurezza, INSuLA – che ha visto il forte coinvolgimento di università, Regioni, parti sociali e associazioni scientifiche – ha l’obiettivo di fornire dati utili allo sviluppo di strumenti di prevenzione mirati al miglioramento della qualità della vita lavorativa, anche alla luce dei mutamenti del mondo del lavoro, in particolare a seguito dell’applicazione del decreto legislativo 81/2008 (Testo unico sulla sicurezza sul lavoro) e delle sue successive modifiche.

Le indagini principali – per un totale di oltre novemila interviste – sono state effettuate su un campione di lavoratori e uno di datori di lavoro, entrambi rappresentativi della forza produttiva italiana. Oltre a questo progetto capofila, che ha interessato anche i responsabili del servizio di prevenzione e protezione (631 interviste), sono stati realizzati tre focus specifici che hanno coinvolto tutte le figure della prevenzione previste dalla normativa vigente, “monitorati” in relazione alle criticità e ai bisogni relativi all’espletamento delle proprie attività, ovvero medici competenti (1.237 interviste), rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (600 interviste) e operatori dei servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro delle Asl (975 interviste).

Sono stati intervistati ottomila lavoratori, distribuiti su tutto il territorio nazionale. In merito all’ordine di priorità da assegnare in relazione a quattro aspetti connessi all’attività lavorativa:
  • sviluppo di carriera; 
  • salute e sicurezza dell’ambiente di lavoro; 
  • bilanciamento tra vita lavorativa e vita privata; 
  • stabilità del posto di lavoro; 
La stabilità del posto di lavoro e la salute e sicurezza sono risultate le più scelte al primo posto, con percentuali quasi identiche pari a circa il 33%. Al secondo posto, con il 34%, sono state indicate nuovamente la salute e la sicurezza, mentre al terzo posto il bilanciamento tra vita lavorativa e vita privata è stato scelto dal 30% degli intervistati. L’ultimo aspetto, relativo allo sviluppo di carriera, è stato invece quello meno scelto.

L’88% del campione dichiarare di aver ricevuto dall’azienda informazioni riguardanti la normativa vigente in tema di salute e sicurezza sul lavoro. Il 76% ha sostenuto di aver usufruito di corsi di formazione obbligatori ex lege e il 50% di informarsi anche autonomamente sulle tematiche attinenti la prevenzione sul lavoro.

Sono stati intervistati 1.010 datori di lavoro, di aziende che rispecchiano le caratteristiche tipiche del tessuto produttivo italiano riguardo la dislocazione geografica, il settore economico di appartenenza e la dimensione. Tra i principali risultati emersi, il 35,8% del campione ha dichiarato che nell’attuale situazione economica sia “abbastanza” sostenibile investire in tema di salute sul lavoro e il 35,6% che lo sia “molto” o “completamente”. Ancora, il 56,1% ritiene che il livello di tutela della salute e sicurezza sul lavoro sia aumentato negli ultimi cinque anni, in seguito all’entrata in vigore dell’attuale normativa, mentre il 42,7% che sia rimasto invariato.

Persaperne di più visitate il sito: www.ergon.palermo.it

venerdì 11 luglio 2014

Stima del rischio di sindrome metabolica

Si chiama Refs, Reverse engineering and forward simulation, la piattaforma analitica di ultima generazione in grado di predire il futuro rischio di sindrome metabolica, una condizione che può portare a malattie cardiache croniche, ictus e diabete e che è responsabile di quasi il 20% dei costi complessivi di assistenza sanitaria.

Questi, almeno, sono i risultati di uno studio pubblicato sull’American journal of managed care condotto da Aetna e Gns healthcare, fornitori leader di prodotti e servizi per le grandi analisi di dati in ambito sanitario.

L'integrazione di informazioni da molteplici fonti aiuta a prevedere e personalizzare il rischio del paziente e l’approccio analitico contribuisce a migliorare la salute delle persone con sindrome metabolica riducendo i costi associati.

L’aspetto innovativo dello studio è che le analisi possono identificare non solo i pazienti con maggiori probabilità di ammalarsi, ma anche i fattori di rischio più rilevanti nel singolo caso e gli interventi correttivi con il maggiore impatto individuale.

Gns healthcare ha analizzato i dati di quasi 37.000 assistiti da Aetna, un provider sanitario con oltre 40 milioni di iscritti, che avevano preso parte a uno screening per la sindrome metabolica.

Per ogni partecipante i ricercatori hanno usato una scala che misura il rischio percentuale di esposizione a ciascuno dei cinque fattori di sindrome metabolica individuati dall’analisi, personalizzando le future probabilità di malattia.

In un paziente che mostra due dei cinque fattori di rischio, Refs stima quali altri fattori di rischio potrebbero contribuire a sviluppare la sindrome metabolica. Il modello analitico sviluppato da Gns serve anche a identificare il rischio di malattia associato all’aderenza al follow-up e ai farmaci prescritti.

Per esempio, una visita ambulatoriale dal medico di famiglia, o di un medico competente in ambito lavorativo, abbassano le probabilità di sviluppare la sindrome metabolica in quasi il 90% delle persone. Inoltre, la riduzione della circonferenza della vita e un buon controllo glicemico producono gli effetti migliori sul rischio di malattia e sui costi sanitari.

Per saperne di più visitate il sito: www.ergon.palermo.com

giovedì 10 luglio 2014

Ramadan e sicurezza sul lavoro

Il ramadan è la pratica religiosa della durata di un mese che quest’anno terminerà il 27 luglio e che obbliga i fedeli musulmani di digiunare dall’alba al tramonto. La prescrizione per la precisione comprende l’astensione, in questa fascia oraria, dal bere, mangiare, fumare e dal praticare attività sessuali.

 Il digiuno (sawm) durante tale mese costituisce il quarto dei Cinque pilastri dell'Islam e chi ne negasse l'obbligatorietà sarebbe kāfir, colpevole cioè di empietà massima e dirimente dalla condizione di musulmano. Lo scopo del devoto è infatti quello di purificarsi da tutto quello che di materiale esiste nel mondo corrotto e corruttibile, dal momento che ogni ingestione gradevole è considerata corruzione del corpo e dell'anima.

Chi è impossibilitato a digiunare (perché malato o in viaggio) può anche essere sollevato dal precetto, ma appena possibile, dovrà recuperare i giorni del mese in cui non ha digiunato successivamente. In alcuni paesi a maggioranza islamica il mancato rispetto del digiuno nei luoghi pubblici è sanzionato penalmente in quanto urta la morale comune, tuttavia nella sfera privata non sussiste alcun obbligo e non tutti i musulmani che vivono e lavorano all’estero rispettano questa prescrizione.

Da qualche anno tra l’altro il ramadan che corrisponde al nono mese dell'anno islamico, fatto da mesi lunari di durata diversa dai nostri, coincide col periodo dell’anno più caldo e con la maggiore durata dell’intervallo di tempo che intercorre tra l’alba ed il tramonto, pertanto l’impossibilità data dalla religione di bere e mangiare può causare problemi di disidratazione, ipoglicemia sino ad arrivare alla perdita di coscienza.

In Italia ci sono 700mila lavoratori musulmani ed il loro lavoro è scansionato anche in base alle pause fatte per concedere tempo per pregare. Per i lavoratori musulmani nel nostro paese che si astengono dal bere e mangiare dall’alba al tramonto, quindi ci possono essere maggiori rischi per gli incidenti sul lavoro. Ecco perché in molte regioni dove sono presenti lavoratori musulmani sono stati previsti piani di lavoro che tengono conto di tale situazione.

In Umbria ad esempio, la direzione territoriale dell’Inail di Perugia e Terni informa sulla sicurezza sul lavoro. Si prevedono pause dando bevande idrosaline. Anche in questo caso i mediatori culturali possono aiutare nella gestione del rapporto tra lavoro e digiuno. In provincia di Treviso la Cgil ha informato sui lavoratori immigrati.

I datori di lavoro dovranno verificare quando i dipendenti seguono il ramadan e comunicarlo al medico. I carichi di lavoro dovranno essere distribuiti in base anche al ramadan. I lavoratori stranieri infatti solitamente lavorano principalmente alle attività manuali, edilizia, industria pesante, agricoltura e per tanto sono più suscettibili in tale periodo dell’anno ad di infortuni sul lavoro.

Per saperne di più visitate il sito: www.ergon.palermo.it

mercoledì 9 luglio 2014

Le fasi dell'incendio: come e quando intervenire

L'andamento della curva temperatura-tempo nella fase di infiammazione generalizzata è sempre un andamento molto rapido: in tale fase vi è il massimo gradiente di temperatura, quindi la temperatura massima sarà influenzata dalla presenza di ossigeno.

 La mancanza di ossigeno ostacolerà il formarsi della miscela infiammabile tra vapori ed ossigeno. In un locale poco ventilato si produrrà molto fumo e quindi le temperature si manterranno un po' più basse; in un locale ben ventilato, dove c'è uno scambio con l'ambiente esterno, saranno sottratte grandi quantità di calore.

Considerando che le temperature di combustione sono generalmente tutte superiori a 1.000 °C, la temperatura massima di un locale interessato dall'incendio si aggira tra gli 850 e i 950 °C.

La descrizione che seguirà potrà essere di aiuto per capire meglio come può essere organizzato un intervento:
  1. prima fase (ignizione): se l'intervento avviene in fase di ignizione il fenomeno si interrompe poiché c'è un limitato sviluppo di energia termica; 
  2. seconda fase (propagazione): se l''intervento avviene nella fase subito seguente al Flash-Over c'è ben poco da fare poiché la potenza che in quel momento si sta sviluppando non può trovare contrasto in una adeguata potenza estinguente; anzi, trovarsi sul posto proprio al momento del Flash-Over è molto pericoloso; 
  3. terza fase (incendio generalizzato): se l'intervento avviene durante l'incendio vero e proprio si assiste ad una caduta più o meno rapida della curva T=f(t) che dipende dal rapporto fra potenza dell'incendio e potenza dei mezzi estinguenti. 
  4. quarta fase (estinzione): se l'intervento avviene in fase di esaurimento dell'incendio non si otterrà altro che abbreviare la durata di tale fase.

Considerando, quindi, le quattro fasi della curva temperatura-tempo possiamo evidenziare quanto il tempo di azione sia limitato e quindi quanto sia importante la formazione degli operatori addetti all'antincendio, poiché una preparazione adeguata porta a tempi di reazione più veloci e quindi maggiori possibilità di arrestare o attenuare l'incendio e può evitare il verificarsi di danni a cose e persone, nonchè di incidenti gravi quali intossicazioni, ustioni o addirittura nei casi peggiori decessi.

Per saperne di più visitate il sito: www.ergon.palermo.it

martedì 8 luglio 2014

Prevenzione e modifica dei fattori di rischio medico

Secondo uno studio dei Centers for disease control and prevention (Cdc), sono evitabili il 20-40% delle morti premature dovute alle cinque principali cause di morte negli Stati Uniti.

Ogni anno le malattie cardiache, il cancro, le malattie croniche delle vie respiratorie, l’ictus e gli incidenti falciano prima del tempo 900.000 americani, il che equivale al 63% di tutti i decessi registrati negli Stati Uniti nel 2010.

Analizzando le morti premature, ovvero i decessi che si sono verificati prima degli 80 anni di età, il rapporto calcola che sarebbe stato possibile prevenire il 34% di quelli per malattie cardiache, il 21% di quelli da cancro, il 39% delle morti per malattie croniche respiratorie, il 33% dei morti per ictus e il 39% di quelli da lesioni non intenzionali.

Si stima che questi decessi siano prevenibili perché i veri responsabili di ciascuna delle loro principali cause sono fattori di rischio modificabili, e più precisamente il fumo di tabacco per le malattie respiratorie e cardiache, il rischio di cancro e l’ictus.

Ma anche la pressione e il colesterolo alti, il sovrappeso, la scarsa attività fisica e il diabete di tipo 2. Allungano la lista la dieta non salutare, l'esposizione ai raggi solari a alle radiazioni ionizzanti, alcuni ormoni e prodotti chimici, il consumo di alcol e il fumo passivo.

Da non dimenticare, infine, il mancato uso della cintura di sicurezza o del casco, l’assunzione di droghe, l'esposizione ai rischi professionali sui luoghi di lavoro e la scarsa sicurezza degli ambienti domestici e comunitari.

I risultati di questo studio potrebbero aiutare i politici a fissare obiettivi specifici per prevenire le morti premature causate dalle cinque principali cause di morte negli Stati Uniti, ed il raggiungimento di questi obiettivi potrebbe non solo prolungare la vita di decine di migliaia di americani, ma anche contribuire alla pianificazione di interventi simili in altri stati del mondo.

Per saperne di più visitate il sito: www.ergon.palermo.it

lunedì 7 luglio 2014

Fondimpresa contributo aggiuntivo per la formazione nelle PMI fino a 8.000 euro

Con l'Avviso 3/2014 Fondimpresa ha stanziato 10 milioni di euro per la realizzazione di piani formativi aziendali o interaziendali rivolti ai lavoratori delle PMI aderenti di dimensioni minori che non riescono a maturare sul proprio Conto Formazione le risorse utili al finanziamento di progetti formativi aziendali.

Dal 20 giugno al 31 ottobre 2014, fino a esaurimento delle risorse, le aziende aderenti al Fondo potranno presentare richiesta di piani formativi, anche in materia di Salute e Sicurezza sui luoghi di lavoro. Il contributo aggiuntivo è concesso ai piani presentati sul "Conto Formazione" per un importo compreso tra 3.000,00 e 8000,00 euro per azienda.

E' richiesta alle PMI interessate la presenza di un saldo attivo sul proprio Conto Formazione, risultante dalla somma degli importi effettivamente disponibili su tutte le matricole INPS per cui l'azienda ha aderito al Fondo. Inoltre, le stesse devono aver maturato sul proprio Conto Formazione, nel periodo di adesione, un accantonamento medio annuo, al lordo degli eventuali utilizzi per piani formativi, non superiore a euro 8.000,00.

Possono beneficiare di tale contributo esclusivamente le PMI in possesso dei requisiti dell'Avviso che a partire dal 1° settembre 2013 non hanno presentato alcun Piano a valere su Avvisi di Fondimpresa che prevedono la concessione di un contributo aggiuntivo al Conto Formazione, salvo il caso in cui il Piano sia stato annullato o respinto.

Per presentare la richiesta di contributo aggiuntivo occorrerà coinvolgere un numero minimo di 4 lavoratori per azienda destinatari di almeno 12 ore di formazione pro capite.

Ai fini della presentazione della richiesta di contributo sarà necessario condividere il piano formativo con le Rappresentanze Sindacali Aziendali o, nel caso esse non sia presenti in azienda, con le organizzazioni sindacali territoriali.

Per saperne di più visitate il sito: www.ergon.palermo.it

venerdì 4 luglio 2014

Sicurezza e recupero dei dati informatici

Da un’indagine su un campione di circa 1000 individui è emersa una decisa propensione a valutare una copertura assicurativa in materia di sicurezza e recupero dati informatici. Se è vero infatti che solo il 17% di coloro che hanno attiva una polizza assicurativa casa sono anche tutelati in caso di perdita dei dati è altrettanto vero che della restante parte, che attualmente non dispone di una copertura specifica per il recupero dei file persi, quasi l’86% sarebbe disponibile a valutarne l’inclusione nel contratto in essere.

Gli italiani non saranno granché attenti alla sicurezza dei propri dispositivi informatici, come puntualmente ci ricordano le ricerche svolte dagli addetti ai lavori nel campo della IT security, ma di sicuro tengono ad avere le spalle coperte in caso di perdita accidentale dei dati contenuti nei propri device.

Inoltre, risulta che la molla che spinge gli italiani a propendere per il sì o per il no a un’offerta assicurativa che includa la protezione dei dati informatici non sembra essere il prezzo, dal momento che, fatto salvo il presupposto per cui le offerte commerciali disponibili sul mercato in media impongono una franchigia compresa tra i 50 e i 100 euro, l’ 84,6% includerebbe la nuova copertura accettando di pagare in più nel premio attuale una cifra compresa tra 20 e 40 euro, e il 7,7% si spingerebbe addirittura fino a 50 euro.

Alla domanda sul grado di soddisfazione per gli utenti già in possesso di un’assicurazione che include il recupero dei dati la valutazione si ferma a 3,7 su una scala di 5. Incidono su questo punteggio, con luci e ombre, alcuni elementi di insoddisfazione come la complessità nell’ottenere il risarcimento del danno, la rigidità della polizza, la copertura a volte limitata solo a particolari tipi di danno.

Quali invece le motivazioni più ricorrenti di coloro che si sono dichiarati non interessati ad una copertura sul recupero dei dati? Al primo posto la convinzione di poter gestire il rischio esclusivamente attraverso procedure di backup (57%), segue la percezione di non essere interessati a problemi di perdita dei dati (15%), la necessità di dover contenere le spese (15%) e infine una mancanza di interesse non meglio specificata (13%).

Lo scenario tracciato da questa indagine è molto interessante poiché mostra da un lato una forte, potenziale domanda di servizi assicurativi in tema di data recovery, ma dall’altro evidenzia un’offerta a livello di polizze ancora poco sviluppata. Risulta, inoltre, che l’attuale processo di gestione del sinistro e i relativi costi associati non sono ottimizzati, e sono poche le compagnie assicurative che desiderano investire per migliorare l’efficacia delle procedure legate agli interventi di data recovery.

Il dato elettronico è dunque sempre più importante, infatti alla domanda sulla disponibilità a cambiare compagnia assicurativa a fronte di una proposta conveniente con annesso data recovery, il 79,1% lo valuterebbe a conferma della predisposizione degli italiani alla prudenza e alla tutela di quello che viene considerato il proprio mondo digitale.

Per saperne di più visitate il sito: www.ergon.palermo.it

giovedì 3 luglio 2014

Sicurezza per l'attività di svuotamento delle campane dei rifiuti

Concludiamo l’argomento iniziato ieri riportando un breve estratto delle istruzioni di sicurezza per l’autista addetto all'attività di svuotamento delle campane interrate e fuori terra (se per la gestione delle campane interrate l'attività viene svolta presso isole specificatamente identificate, per la gestione delle campane fuori terra l'attività viene svolta direttamente all'interno di aree private, nello specifico presso il parcheggio di ristoranti, pizzerie, bar, ecc.).

Ci soffermiamo in particolare sulle procedure operative per lo svuotamento delle campane interrate:
  • prima di partire con il servizio effettuare una verifica preliminare del mezzo; 
  • una volta arrivati nella piazzola per svolgere l'operazione di svuotamento, posizionare il mezzo il più possibile vicino alle campane al fine di eseguire l'attività con il minor rischio possibile; 
  • prima di iniziare questa operazione assicurarsi che sia stato azionato il freno di stazionamento; 
  • prima di abbassare i due piedi stabilizzatori anteriori, posizionare nel terreno le due piastre; assicurarsi che siano in linea con gli stabilizzatori; 
  • delimitare la zona di lavoro con il nastro installato ai quattro vertici del mezzo, utilizzando l'apposito arroto latore; 
  • ogni volta che si effettua l'attività di svuotamento, collegare il nastro bianco e rosso ai paletti installati in prossimità delle zone da operare; nel caso non vi sia la loro presenza, utilizzare quelli mobili a bordo del camion; 
  • durante le manovre di retromarcia l'autista deve prestare massima attenzione per la possibile presenza di mezzi o soggetti terzi nelle vicinanze; 
  • l'autista deve accertarsi prima di utilizzare la gru che non vi sia la presenza di linee elettriche aeree. In caso siano presenti linee elettriche, sospendere l'attività e comunicare tale anomalia al preposto; 
  • prima di iniziare l'operazione l'autista deve verificare che i rifiuti siano correttamente inseriti all'interno delle campane di riferimento; in caso contrario comunicare tale problematica al preposto; 
  • l'operatore deve accertarsi che durante il sollevamento delle campane, la pedana mobile interrata posta alla base di ogni campana, si sollevi e si livelli automaticamente al piano circostante. Nel caso ciò non avvenga, segnalare immediatamente tale anomalia al preposto al fine di predisporre la manutenzione dell'attrezzatura; 
  • durante l'operazione di sollevamento della campana interrata, l'operatore non deve mai sostare o passare sotto il raggio d'azione di quest'ultima; si prescrive inoltre per l'operatore stesso l'utilizzo dell'elmetto per la protezione del capo; 
  • l'autista ha l'obbligo di avvisare immediatamente nel caso in cui si presentino anomalie e malfunzionamenti al radio comando; 
  • non sollevare le campane se vi è la presenza di persone, beni o animali nello stretto raggio d'azione della macchina poiché potrebbero essere coinvolti a causa della caduta accidentale di parte del rifiuto fuoriuscito dal fondo della campana; 
  • prima di aprire il fondo della campana assicurarsi di aver introdotto quest'ultima per almeno una decina di centimetri all'interno della tramoggia di scarico del veicolo”.

Per ulteriori informazioni visitate il sito: www.ergon.palermo.it

mercoledì 2 luglio 2014

Procedure operative per raccolta dei rifiuti

La Commissione Consultiva Permanente e ai rischi relativi alla raccolta dei rifiuti, ha presentato varie prescrizioni per operatori e conducenti nella raccolta manuale, nella raccolta meccanizzata automatica e nello spazzamento e pulizia, riportando anche precise istruzioni di sicurezza, procedure e prescrizioni relative all’uso del mezzo compattatore e allo svuotamento delle campane.

 L’istruzione relativa al compattatore è rivolta a tutti i soggetti che utilizzano il mezzo compattatore per la raccolta dei rifiuti urbani (l'operazione comporta il coinvolgimento di due operatori, l'autista e il “raccoglitore che, situato in pedana, provvede a svolgere attività di raccolta dei rifiuti”).

Questa la procedura operativa individuata per la sicurezza dei due operatori:
  • “prima di iniziare l'attività di raccolta dei rifiuti è necessario che entrambi gli operatori utilizzino i seguenti DPI: indumenti ad alta visibilità, scarpe antifortunistiche e guanti; 
  • prima di uscire dall'impianto gli operatori devono effettuare una verifica preliminare di buono stato ed efficienza del mezzo. L'autista ha l'obbligo altresì di accendere i fari, le luci di posizione, il lampeggiante e di condurre il mezzo nel rispetto dei limiti del Codice della Strada. Durante il tragitto per recarsi nelle aree prestabilite, il raccoglitore deve sedersi nella cabina del mezzo, sul sedile del passeggero, a fianco dell'autista; 
  • raggiunta la zona interessata, secondo l'ordine di servizio ricevuto, l'autista procede a posizionarsi con il mezzo in prossimità del bidone/cassonetto da svuotare e inserisce il freno di stazionamento. L'operatore addetto alla raccolta scende dalla cabina del mezzo ed inizia l'attività di raccolta dei rifiuti. È necessario per entrambi gli operatori, in via preliminare, verificare sempre: la stabilità del terreno (pendenza, ostacoli, condizione del manto stradale), al fine di evitare scivolamenti o inciampi; il contenuto dei bidoni/sacchi/contenitori, prima di maneggiarli 
  • per quanto possibile 
  • al fine di individuare la presenza di eventuali materiali pericolosi o sospetti; - in seguito, il raccoglitore procede ad afferrare il bidone/cassonetto ed a agganciarlo correttamente al gruppo di sollevamento/ribaltamento, posto nel retro del mezzo; 
  • successivamente il raccoglitore si posiziona davanti alla pulsantiera, posta a lato del mezzo, e procede ad eseguire il ribaltamento del bidone/cassonetto all'interno del compattatore, provvedendo così allo svuotamento dello stesso; 
  • infine, terminata quest'ultima operazione, il raccoglitore procede ad abbassare il bidone/cassonetto ed a riposizionarlo nel punto prestabilito; 
  • è obbligatorio che per l'intera durata dell'attività di raccolta vengano lasciate accese le luci di emergenza (quattro frecce) e il lampeggiante di segnalazione del mezzo; 
  • per tutta la durata dell'operazione, gli operatori devono accertarsi sempre che non vi siano terze persone (pedoni, ciclisti, mezzi, animali, ecc.) nel raggio d'azione del mezzo; 
  • conclusa l'attività di raccolta dei rifiuti, il raccoglitore ritorna in cabina, sul sedile del passeggero, e insieme all'autista rientra in sede. Nel caso in cui l'attività termini con lo svuotamento del compattatore ed il conferimento dei rifiuti in uno degli impianti specifici, il raccoglitore provvede a salire a bordo di un daily/satellite e con esso rientra in sede”.

Riportiamo anche alcune prescrizioni presenti nelle istruzioni operative:
  • “attenzione: controllare periodicamente lo stato del mezzo e dei suoi componenti (luci, cicalino, lampeggiante, eventuali spie di segnalazione, anomalie sul cruscotto, freni, specchi retrovisori, componenti elettromeccanici ed oleodinamici, ecc.) e provvedere a far eseguire relativa manutenzione, se necessario;
  • il servizio di raccolta è svolto all’interno di aree pubbliche (vie, piazze, ecc.), a contatto con soggetti terzi (automobilisti, ciclisti, pedoni, ecc.): procedere con cautela e prestare in ogni momento massima attenzione al fine di non arrecare danni a persone o cose; 
  • per la movimentazione di contenitori/carichi pesanti, è necessario che il raccoglitore provveda a farsi aiutare dall’autista al fine di evitare movimentazioni eccessive e sforzi alla schiena; 
  • durante la permanenza dell’operatore sulla pedana, i dispositivi di sicurezza installati sul mezzo, limitano la velocità del mezzo a 30 km/h. Nelle fasi di trasferimento o lunghi tragitti a velocità superiori ai 30 km/h, il raccoglitore deve abbandonare la pedana e prendere posto sul sedile del passeggero, nella cabina di guida; 
  • gli operatori devono avvertire immediatamente il preposto nel caso in cui siano presenti rotture, guasti o anomalie sul meccanismo di compattazione e sui cassonetti, tali da impedire la corretta esecuzione delle operazioni di aggancio e di ribaltamento; 
  • è assolutamente vietato rimuovere o modificare i dispositivi di protezione e di sicurezza presenti sul mezzo; 
  • al termine di ogni operazione di raccolta e prima della ripresa della marcia del mezzo, è necessario altresì verificare che il dispositivo voltacassonetti sia stato riposizionato in posizione di riposo; 
  • assicurarsi sempre del corretto aggancio dei bidoni/cassonetti agli attacchi del dispositivo voltabidoni/voltacassonetti. in caso di mancato aggancio riposizionarli immediatamente a terra e ripetere l’operazione; 
  • durante l’attività di raccolta, prima di ripartire, l’autista deve assicurasi che il raccoglitore sia salito sulla pedana; 
  • in caso di manovre particolari e difficili, l’autista deve chiedere aiuto al collega, il quale deve rimanere sempre visibile ed in posizione di sicurezza. Effettuare manovre di retromarcia senza uomo in pedana ed a velocità minima; è necessario, anche per questa operazione, farsi sempre aiutare dal secondo operatore; 
  • nel caso di operazione di travaso (accoppiamento con mezzo satellite), eseguire l’attività in luoghi idonei al fine di non provocare intralcio al traffico, disagio acustico e altro disagio alle utenze adiacenti (ad esempio: zone industriali); 
  • durante le operazioni di travaso e in caso di caduta di materiale dall’alto, utilizzare l’ elmetto per la protezione del capo”.

Per saperne di più visitate il sito: www.ergon.palermo.it

martedì 1 luglio 2014

Sicurezza degli impianti: Guida CEI 306-2 al cablaggio per le comunicazioni elettroniche negli edifici residenziali

É stata pubblicata nel mese di Febbraio 2014 la terza edizione della Guida CEI 306-2 “Guida al cablaggio per le comunicazioni elettroniche negli edifici residenziali”. La nuova revisione si è resa necessaria per aggiornare il contenuto della Guida agli sviluppi tecnologici e normativi in materia.

Lo scopo della Guida è quello di fornire le raccomandazioni per la progettazione, la realizzazione, la sicurezza ed il collaudo di una rete di comunicazioni elettroniche (dati, fonia, audio/video) in unità immobiliari ad uso residenziale in conformità alle norme tecniche applicabili, e di permettere, a chi progetta e realizza le reti di applicare nel modo più sicuro, corretto e razionale possibile l’insieme di norme tecniche sul cablaggio strutturato e sulla predisposizione degli impianti.

La Guida è indirizzata anche agli utenti finali (acquirenti e utilizzatori degli impianti) come supporto per la scelta e la specifica dei propri desiderata. Questa edizione tratta anche il progetto di sistemi wireless che costituiscono oggigiorno un’importante integrazione del cablaggio strutturato ed una ragionevole alternativa nel caso di carenza infrastrutturale.

Gli impianti di comunicazione rientrano nella definizione di “impianti radiotelevisivi ed elettronici” ai sensi dell’art. 2, comma 1, lettera f) del DM 37/08 e sono soggetti ai relativi obblighi. Devono inoltre essere osservate le prescrizioni del D.Lgs. 259/2003 (Codice delle comunicazioni elettroniche) che definisce le caratteristiche che questi impianti devono avere affinché possano garantire i “diritti inderogabili di libertà delle persone nell’uso dei mezzi di comunicazione elettronica”.

La Guida costituisce pertanto un ausilio indispensabile per realizzare questo tipo di impianti a regola d’arte e si rivolge ai progettisti, agli installatori ed agli utilizzatori finali degli impianti di comunicazione come supporto per le scelte da operare e si applica ad unità immobiliari (appartamenti, case singole, a schiera) isolate o parte di complessi residenziali.

Gli ambienti destinati ad attività professionali, anche se molto piccoli, hanno la necessità di utilizzare applicazioni più evolute. I criteri di progetto per questi sistemi possono richiedere dei requisiti addizionali riportati nella normativa specifica (ad esempio EN 50173-2).

La Guida tratta anche la progettazione di sistemi wireless che, nel caso generale, costituiscono una importante integrazione dei sistemi cablati, nonché una ragionevole alternativa nel caso di carenze infrastrutturali, e favorisce inoltre la penetrazione dei nuovi servizi di comunicazioni, spingendo alla realizzazione di edifici pre-cablati.

Per saperne di più visita il sito: www.ergon.palermo.it